Trequanda non finisce qui. A farle compagnia in maniera impeccabile sono altri due piccoli borghi, sue graziose frazioni: Castelmuzio e Petroio, che sono tenuti lontani dal capoluogo solo da fruttuosi oliveti.
Castelmuzio, di origine etrusca, si può dire essere fatto da un’unica strada, intorno alla quale si affollano, senza troppa pressione, le sue case in pietra, che al tramonto rivelano un bellissimo color miele. Degna di nota è la Confraternita della Santissima Trinità e di San Bernardino, dove un tempo si trovava un punto di sosta per i pellegrini in viaggio lungo la Via Francigena. Oggi nella chiesa si trova un Museo di Arte Sacra, con opere di Giovanni di Paolo e Giuliano Traballesi, oltre al reliquiario con i frammenti della veste di San Bernardino.
Eccoci poi al borgo di Petroio, dove la ruvidità delle facciate a mattoni ricorda quella della terra delle brulle crete senesi. Qui si incontrano l’antica chiesa di San Giorgio, in posizione panoramica, e il Museo della Terracotta. Un tempo la lavorazione di questo materiale dava lavoro a tutto la cittadina, oggi se ne possono conoscere le tecniche e la storia, in una visione ampia che ci parla anche dell’artigianato tradizionale di tutta la zona. Il museo al suo interno custodisce La Piccola Toscana di Rodolfo, un maestro concaio di Petroio che ha voluto rappresentare in terracotta molti paesi di questa zona tra cui Montepulciano, Pienza, Sinalunga, San Gimignano e ovviamente la stessa Petroio.