Le figurine di gesso di Coreglia Antelminelli
Una tradizione artigiana dalle origini incerte, che ha dato vita a grandi flussi migratori ed è oggi conosciuta in tutto il mondo
La produzione di figurine di gesso di Coreglia Alminelli risale all’incirca al secolo XIV ed entra a pieno titolo nella tradizione artigiana del nord della Toscana.
Non sono chiare le ragioni che diedero vita alla lavorazione del gesso artistico. È possibile che le condizioni di povertà in cui vigeva il territorio spinsero i cittadini ad imitare il marmo nella speranza di migliori guadagni, mentre un’altra versione fa risalire le origini delle figurine all’opera di monache devote che creavano piccole statue religiose.
A partire dal Basso Medioevo, maestri figurinai si specializzarono in tutta la Lucchesia ed in particolare nell’area di Coreglia Antelminelli e Bagni di Lucca, dove venne abbandonata la lavorazione manuale dello stucco a favore di un procedimento con gesso a stampo, più veloce ed economico. Si dice che ovunque, nei vicoli e nelle strade, si vedevano piccole statue in gesso, lasciate all’aperto ad asciugare.
Le scarse possibilità di guadagno portarono i figurinai ad intraprendere lunghi viaggi, che diedero vita a notevoli flussi migratori. Tra i secoli XVII e XX, gli abitanti del luogo si riunivano in compagnie e partivano alla ricerca di compratori; questi gruppi erano caratterizzati da una divisione dei ruoli ben definita e seguivano principalmente le comunità italiane all’estero, arrivando anche oltreoceano.
La produzione originale delle figurine riguardava principalmente soggetti religiosi, statuette per il presepe e personaggi del mito o dell’attualità. Oggi il gesso viene lavorato nelle forme più svariate, pur mantenendo uno stretto legame con la tradizione religiosa; nella zona è ancora possibile trovare dei piccoli laboratori che tramandano le tecniche manuali di lavorazione, mentre il Museo della Figurina di Gesso e dell’Emigrazione di Coreglia Antelminelli conserva la memoria storica ed espone una vasta selezione di figurine.
