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Sapori

Montecarlo DOC

liquor
Vino, olio e miele

Apprezzato già nel XV secolo, è un vino che si accompagna bene anche ai piatti di mare

Situata a sud della provincia di Lucca, al confine con la circoscrizione di Pistoia, la DOC Montecarlo racchiude al suo interno la zona di maggiore tradizione vinicola dell’intera area. Il nome lo prende proprio dall’antica borgata di Montecarlo, a metà strada circa con Montecatini, arroccata sul rilievo che separa la Valdinievole dalla piana di Lucca e circondata da fertili vigenti.
 
Già noto ed altamente apprezzato in passato (Papa Gregorio XII ne tesseva le lodi agli inizi del XV secolo), il vino di Montecarlo gode tutt’ora di ottima reputazione nel panorama vinicolo regionale e non solo, tanto da essere considerato uno dei tesori dell’enologia toscana. I vini di Montecarlo risultano molto equilibrati e profumati, dotati di una spiccata personalità, e ben si accompagnano sia alla cucina di mare (il Bianco) che a piatti della gastronomia locale più tipica.

I vitigni

Il Montecarlo bianco è un uvaggio di Trebbiano toscano (40- 60%), Sémillon, Pinot grigio e bianco, Vermentino, Sauvignon e Roussanne (40-60%), purché almeno 3 dei vitigni indicati raggiungano singolarmente il 10%.

Il Montecarlo rosso si ottiene da Sangiovese (50-75%), Canaiolo nero (5-15%), Ciliegiolo e/o Colorino e/o Malvasia nera e/o Syrah e/o Cabernet Franc e/o Cabernet Sauvignon e/o Merlot (10-15%), altri vitigni fino a un massimo del 20%.

La resa massima è di 100 quintali a ettaro per il bianco, 90 per il rosso. Queste uve possono essere destinate, rispettivamente, alla produzione di Vin Santo e di Vin Santo Occhio di Pernice. Il Montecarlo rosso, se sottoposto a un invecchiamento di due anni a decorrere dal 1o gennaio dell’anno successivo alla raccolta, ha diritto alla specificazione Riserva.

Il Montecarlo bianco è un uvaggio di Trebbiano toscano (40- 60%), Sémillon, Pinot grigio e bianco, Vermentino, Sauvignon e Roussanne (40-60%), purché almeno 3 dei vitigni indicati raggiungano singolarmente il 10%.

Il Montecarlo rosso si ottiene da Sangiovese (50-75%), Canaiolo nero (5-15%), Ciliegiolo e/o Colorino e/o Malvasia nera e/o Syrah e/o Cabernet Franc e/o Cabernet Sauvignon e/o Merlot (10-15%), altri vitigni fino a un massimo del 20%.

La resa massima è di 100 quintali a ettaro per il bianco, 90 per il rosso. Queste uve possono essere destinate, rispettivamente, alla produzione di Vin Santo e di Vin Santo Occhio di Pernice. Il Montecarlo rosso, se sottoposto a un invecchiamento di due anni a decorrere dal 1o gennaio dell’anno successivo alla raccolta, ha diritto alla specificazione Riserva.

Caratteristiche organolettiche

Montecarlo bianco: colore bianco paglierino più o meno intenso; limpidezza brillante; profumo delicato, caratteristico; sapore asciutto, delicato, armonico; gradazione minima 11o.

Montecarlo rosso: limpidezza brillante; colore rosso rubino vivace; profumo vinoso, intenso; sapore asciutto, sapido; gradazione minima 11,5o.

Montecarlo rosso Riserva: limpidezza brillante, colore rosso rubino tendente al granato; odore vinoso intenso, vellutato, 12°.

Vin Santo: colore dal giallo paglierino al dorato, all'ambrato intenso, sapore armonico, vellutaro, 16°.

Vin Santo Occhio di Pernice: colore da rosa intenso a rosa palli- do; profumo caldo, intenso; sapore dolce, morbido, vellutato e ro- tondo; 16o.

Montecarlo bianco: colore bianco paglierino più o meno intenso; limpidezza brillante; profumo delicato, caratteristico; sapore asciutto, delicato, armonico; gradazione minima 11o.

Montecarlo rosso: limpidezza brillante; colore rosso rubino vivace; profumo vinoso, intenso; sapore asciutto, sapido; gradazione minima 11,5o.

Montecarlo rosso Riserva: limpidezza brillante, colore rosso rubino tendente al granato; odore vinoso intenso, vellutato, 12°.

Vin Santo: colore dal giallo paglierino al dorato, all'ambrato intenso, sapore armonico, vellutaro, 16°.

Vin Santo Occhio di Pernice: colore da rosa intenso a rosa palli- do; profumo caldo, intenso; sapore dolce, morbido, vellutato e ro- tondo; 16o.

Gastronomia

Il bianco si abbina agli antipasti, alle minestre di verdure lucchesi, ai risotti e ai piatti di pesce. Ben si accosta anche con i classici salumi della Garfagnana, come il biroldo o il prosciut to crudo bazzone. Il rosso è ideale da tutto pasto, e se moderatamente invecchiato con gli arrosti, la cacciagione e i piatti tipici della Lucchesia.

Il bianco si abbina agli antipasti, alle minestre di verdure lucchesi, ai risotti e ai piatti di pesce. Ben si accosta anche con i classici salumi della Garfagnana, come il biroldo o il prosciut to crudo bazzone. Il rosso è ideale da tutto pasto, e se moderatamente invecchiato con gli arrosti, la cacciagione e i piatti tipici della Lucchesia.